Santo Stefano di Sessanio, un esempio da imitare

Siamo lieti di ospitare sul nostro sito quotidiano lo scritto in cui l’avv. Walter Mazzitti illustra la storia della rinascita dell’antico borgo di S. Stefano di Sessanio (AQ), compresa la vicenda del terremoto del 2009, ma soprattutto dà conto della formulazione di una Carta dei valori volta a garantire il rispetto dell’ambiente, della storia e della cultura di cui sono intrisi gli edifici da recuperare.

Il borgo di Santo Stefano di Sessanio è situato all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Per decenni il paese è vissuto nell’oblio, subendo, nel silenzio, le ferite profonde dei numerosi terremoti e lo sgretolarsi continuo delle sue pietre. Ma la sua storia all’improvviso diventa la più fortunata tra quelle dei tanti borghi disseminati sull’Appennino abruzzese. L’attuazione del progetto del Parco, con l’intesa del Comune e di un investitore privato, porta in meno di tre anni, alla quasi totale ristrutturazione del borgo. Viene poi redatta dal Parco la “Carta dei Valori per Santo Stefano di Sessanio”, un documento unico in Italia, sottoscritto dall’allora sindaco Antonio D’Aloisio, da me in qualità di presidente dell’ente Parco e dall’imprenditore privato. La Carta viene ad integrare e a dettagliare la concessione edilizia e il suo testo è integralmente trascritto nella tabella da esporre al pubblico su ogni singolo edificio oggetto di intervento. Ciò ha la funzione di informare ma soprattutto di diffondere la “filosofia della ricostruzione”, frutto di un patto che innova i rapporti tra Ente pubblico e privato in una logica di cooperazione e corresponsabilità nell’azione di recupero culturale di ogni singolo bene nell’ambito di un progetto di interesse generale condiviso dalla collettività. Oggi Santo Stefano di Sessanio è divenuto, a ragione, un case history in grado di aprire la strada al recupero qualificato di tutta quella parte dell’Appennino ancora dimenticata dalla cultura classica della valorizzazione. Una “Carta per la ricostruzione di Amatrice, Accumoli e Arquata” potrà essere condivisa, e adottata dai rappresentanti degli enti locali e da tutti quei cittadini che nella ricostruzione di ciascuna abitazione, oltre al rispetto della normativa antisismica, intenderanno aderire eticamente all’osservanza di quei principi nell’interesse generale di favorire anche il recupero della originaria identità culturale dei luoghi danneggiati dal sisma.

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